Ferrera: rispondere ad antipolitica e antieuropeismo con un nuovo welfarismo liberale
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L'INTERVISTA La crisi ha di fatto amplificato l'effetto delle riforme mancate, derivate da dinamiche pre-crisi. Durante la crisi l'Unione europea ha preso una serie di decisioni e impostato una serie di politiche che invece che attutire l'effetto crisi e l'effetto riforme mancate, li ha amplificati e intensificati. In questo modo l'Unione europea, aggravando gli effetti della crisi, sta minacciando una delle conquiste principali ottenute nel corso dal tempo dai paesi membri, ovvero il welfare – spiega Maurizio Ferrera, autore del libro "Rotta di collisione. Euro contro welfare" (Laterza, 270 p., € 18,00) . Nei cittadini si installa così un fenomeno di privazione relativa. Quando l'economia inizia a ripartire, non è detto che i benefici che ne derivano siano distribuiti equamente tra la popolazione, che continua quindi a manifestare ostilità verso l'Unione. La politica di austerità amplifica il senso di diffidenza e di intolleranza verso le classi politiche tradizionali, alle quali vengono addebitati gli effetti della crisi. Questo dà origine ad una politica antisistema che, a differenza di quella che caratterizzava le proteste degli anni Settanta, si rivolge oggi all'Unione europea e si traduce in antipolitica e antieuropeismo. Dopo la fase democratica e dopo quella liberista, ci vorrebbe oggi una terza fase nell'Unione europea, quella di un neowelfarismo liberale che dia vita ad una unione sociale europea - conclude Ferrera.