La modernità del linguaggio universale di Leo Longanesi
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L'INTERVISTA Leo Longanesi appartiene alla stretta cerchia degli italiani assoluti, perché aveva il dono di essere universale, grazie alla sua capacità di raccontare, attraverso le immagini, l'uomo alla ricerca del suo destino - spiega Pietrangelo Buttafuoco, curatore del libro di Leo Longanesi "Il mio Leo Longanesi" (Longanesi, 256 p., € 18,60). Questa era la sua modernità: riusciva a mettere assieme politica e organizzazione editoriale come se fossero un trattato di sociologia a disposizione di tutti - continua Buttafuoco. Longanesi avrebbe potuto essere un grande regista, anche se considerava il cinema della sua epoca come una serie di cartoline illustrate messe in fila. Sembra di leggere la recensione de La grande bellezza di Sorrentino, dove si contempla la perfezione della messa in posa, senza che sia l'elemento forte, ovvero la vita - commenta Buttafuoco. Longanesi era anche maestro di disobbedienza e di anticonformismo . Fu prima fascista e poi antifascista, ma ebbe meno problemi con la censura durante il fascismo che dopo la liberazione, quando dovette affrontare i pregiudizi e l'ostracismo della sinistra - conclude Buttafuoco.