L'automotive è alle prese con sfide ancora nuove, a volte difficili...
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L'automotive è alle prese con sfide ancora nuove, a volte difficili a volte costruttive.
C'è da pensare, adesso, al rischio di una Brexit no-deal. Mancano solo 12 settimane alla fine del periodo di transizione accordato al divorzio Ue-Uk e, in assenza di un accordo che mantenga lo status quo negli scambi commerciali, la filiera dell'auto, e in particolare il settore della componentistica, potrebbe risentirne in maniera netta.
Ne abbiamo parlato con Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti di Anfia nonché Vicepresidente dell'associazione, che ci ha fornito alcuni dati importanti: la Gran Bretagna è il nostro 4° partner per l'import-export delle auto, addirittura il 3° per destinazione nel comparto della componentistica, e una Brexit senza accordo, che quindi vedrebbe il ripristino dei dazi, porterebbe l'industria automobilistica a perdere, entro il 2025, fino a 110 miliardi di euro, con un pesante danno per entrambi i Paesi.
Ma ci sono anche sfide che non solo non preoccupano, ma addirittura danno nuovo slancio al futuro dell'automotive.
È il caso delle sperimentazioni sulla capacità dei veicoli elettrici di fornire elettricità alla rete nazionale, come nel caso di Vehicle-to-grid, il progetto inaugurato a Mirafiori che vede la collaborazione tra FCA, Terna e ENGIE Eps.
Come raccontato da Roberto Di Stefano, Responsabile E-mobility per la regione Emea di Fca, i veicoli elettrici, essendo degli accumulatori su ruote, quando fermi possono fornire un servizio di stabilizzazione e alimentazione della rete. A Mirafiori gli attuali 68 veicoli connessi alla rete con colonnine bidirezionali riusciranno a offrire una potenza fino a 1,5 megawatt. A fine 2020 la sperimentazione sarà estesa a ben 700 veicoli connessi, capaci di generare 15 megavatt, rendendo il comprensorio industriale torinese una piccola centrale elettrica.