#Storiacce2017, il Racconto della Giustizia che cambia
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Dalla web tax, alle nuove mafie, dalla mancanza di denunce ai nuovi strumenti del codice antimafia. Puntata speciale di Storiacce, che per festeggiare la sua decima stagione, in onda su Radio24, ha fatto incontrare - giovedì 5 ottobre nella nostra redazione a Milano - i vertici delle due principali Procure d'Italia e il ministro della Giustizia. Davanti ad una platea di avvocati, professori, imprenditori, giornalisti. Obiettivo, ricevere istantanee sui principali fenomeni investigativi e confrontarsi sulla direzione delle riforme. "Senza web tax anche il welfare è a rischio", mette in guardia il procuratore di Milano, Francesco Greco, che ha affrontato anche il tema della Commissione sulle banche e dell'ipotesi di un codice bancario. Del perché il codice penale da solo non basti contro le organizzazioni criminali ha invece parlato il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, in un excursus storico sul rapporto tra mafia e corruzione. La "'Ndrangheta al Nord è una presenza capillare", avverte Ilda Boccassini, capo della direzione distrettuale milanese, analizzando sette anni di indagini ed arresti. Mentre si discute del riconoscimento o meno dell'aggravante mafiosa - dopo la sentenza Mondo di Mezzo a Roma e dopogli opposti verdetti di Ostia - il procuratore aggiunto capitolino, Michele Prestipino, mette in guardia: "siamo sicuri che mentre noi discutiamo, non si corre il rischio che queste nuove organizzazioni si radichino in modo preoccupante?" Alla riflessioni dei magistrati, la replica del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a cominciare dalle ragioni del contestato codice antimafia. "Era un errore politico, non approvarlo. Nessun decreto, per eventuali modifiche", annuncia, per poi tracciare un bilancio della riforma approvata e dei dossier ancora aperti. A cominciare da intercettazioni e carcere.