Fishskin: pellami sostenibili dagli scarti della pesca
Ogni anno nel mondo l'industria della pesca produce circa 20 milioni di tonnellate di scarti, pari al 25% in peso del pescato totale
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Ogni anno nel mondo l'industria della pesca produce circa 20 milioni di tonnellate di scarti, pari al 25% in peso del pescato totale. Si tratta di teste, code, pelli e interiora che spesso vengono smaltiti in mare creando problemi (come con ogni scarto organico smaltito in quantità esagerate).
Il progetto di cui vi parleremo stasera, Fishskin, prende di mira uno sei questi scarti: la pelle, con l'obiettivo di mettere a punto un nuovo materiale per la moda: un pellame altamente sostenibile da utilizzare per confezionare prodotti, per esempio, analoghi a quelli che oggi fanno uso della pelle di serpente.
Il progetto riprende una tradizione diffusa tra le popolazioni artiche, dove la pelle scartata dopo il consumo del pesce veniva avviata alla lavorazione e alla tintura con sostanze di origine vegetale e, trasformata in materia prima usata per realizzare indumenti, contenitori e accessori per la vita di tutti i giorni anche grazie alle sue proprietà, come la traspirabilità, la resistenza al vento e il potere isolante, che la rendevano adatta alle temperature rigide e al lavoro intensivo".
Ospite Elisa Palomino-Perez, designer che ha lavorato per oltre 25 anni con i grandi brand dell'alta moda come Dior e Gallian, e Ricercatrice alla Central Saint Martins di Londra
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