5dNanoPrinting, ovvero come stampare in 3D gli "organi di senso" dei dispositivi elettronici
Si chiamano MEMS, e di sicuro ne avete qualcuno in tasca...
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Si chiamano MEMS, e di sicuro ne avete qualcuno in tasca. Sono in pratica delle macchine elettromeccaniche miniaturizzate, e abbondano a bordo di smartphone, automobili, apparati biomedicali e altro, dove svolgono soprattutto il ruolo di sensori: sensori di pressione, accelerometri, giroscopi come quello che permette al vostro cellulare di capire se lo state usando in orizzontale o in verticale. Mettere a punto un sistema che permetta di produrre MEMS per mezzo della stampa 3D è l'obiettivo del progetto 5dNanoPrinting, finanziato dalla Ue con 3,58 milioni nell'ambito del programma Fet Horizon, e coordinato dall'Istituto italiano di tecnologia di Pontedera (Pisa), a cui partecipano anche Cnr e STMicroelectronics. Ne parliamo con Virgilio Mattoli, ricercatore del Center for Micro-BioRobotics dell'IIT di Pontedera