
Dai distretti agli incubatori: le nuove opportunità di fare rete
Da quando, negli anni sessanta, le filiere si sono accorciate per esigenze di efficienza ...

Da quando, negli anni sessanta, le filiere si sono accorciate per esigenze di efficienza delle grandi imprese che hanno iniziato a specializzarsi e demandare all'esterno le attività considerate non core, intere aree geografiche si sono raccolte attorno ad un medesimo bisogno e hanno creato un sistema di rete imprenditoriale snello, efficiente e adattivo. In Italia se ne contano circa 200. Nel tempo, la decentralizzazione e l'offshoring della produzione ha depauperato questa ricchezza cultura-imprenditoriale, minandone alla base i presupposti e minacciandone la stessa esistenza.
Oggi, queste reti di impresa stanno rinascendo grazie agli incubatori territoriali, una sorta di aggregatori di competenze che riunisce in un luogo fisico numerose aziende votate all'innovazione. Le facilities dell'incubatore sono concepite esse stesse per stimolare la collaborazione e il lavoro di squadra, intersecando competenze trasversali di aziende differenti per rispondere ai bisogni complessi del mercato.
Stefano Soliano , AD di C.NEXT spa, il sistema nazionale di poli per l'innovazione, ci ha raccontato la genesi del progetto e di come la piattaforma logica sottostante oggi trovi numerosi estimatori e richieste di replica sul territorio. Abbiamo anche affrontato il tema delle modalità di collaborazione tra aziende, anche competitor, all'interno dello stesso Hub.
La chiacchierata è proseguita con Anna Gervasoni , Direttrice Generale AIFI , l'associazione italiana dei Private Equity, Venture Capital e Private Debt con cui abbiamo analizzato le caratteristiche e la sistemicità di questo fenomeno, nonché i vantaggi per una azienda.
Conviene partecipare? Solo se si mette in conto che la stessa partecipazione per essere proficua, richiede un investimento di tempo e di risorse, prima di poter vedere i primi risultati tangibili.
Buon ascolto!