Secondo le stime preliminari, a febbraio l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su mese e del 9,2% su anno dal +10% del mese precedente. Lo comunica Istat, aggiungendo che l'inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi accelera da +6% a +6,4%, quella al netto dei soli beni energetici da +6,2% a +6,5 per cento. I dati italiani sono i primi in ribasso dopo i dati oltre le stime di Germania, Francia e Spagna. Tendenza che rinforza la linea dura della Bce. Oggi la Lagarde ha ribadito che ritiene "possibili" ulteriori rialzi dei tassi di interesse oltre a quello di mezzo punto previsto tra due settimane. Ne parliamo con Mariano Bella, direttore Ufficio studi Confcommercio.
Lavoro, Istat: a gennaio tasso occupazione sale al 60,8% A gennaio 2023, rispetto al mese precedente, aumentano occupati e disoccupati mentre diminuiscono gli inattivi. L Istat diffonde i dati di gennaio e indica come prosegue l'aumento del numero di occupati che arriva a superare 23,3 milioni. Rispetto a dicembre 2022, il tasso di occupazione sale al 60,8% (+0,1 punti). Gli oltre 23,3 milioni di occupati registrati a gennaio e il tasso di occupazione al 60,8% rappresentano il livello più alto dall inizio delle relative serie storiche mensili dell Istat (gennaio 2004). La fotografia scattata dall'Istat trova conferme anche in un'altra indagine, il 6° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, con il contributo di Credem, Edison e Michelin. Dal quale emerge un mercato del lavoro sempre più squilibrato, in cui tendono a contrarsi i giovani e la fascia d età centrale, a favore degli anziani il cui peso è in progressiva crescita. Nel decennio 2012-2022 gli occupati appartenenti alla fascia d età 15-34anni sono diminuiti del 7,6%, quelli tra 35-49 anni sono calati del 14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati del 40,8% e quelli con 65 anni e oltre del 68,9%. Con le attuali tendenze demografiche questo fenomeno tenderà ad acuirsi nel tempo: nel 2040 si prevede che le forze di lavoro saranno complessivamente diminuite dell 1,6%. Approfondiamo il tema conMassimiliano Valerii, Direttore generale Censis.
Industria metalmeccanica fra luci e ombre: pesa il caro energia ma sale l'export Nel quarto trimestre del 2022, rimane molto alta, pari al 71%, la percentuale di imprese che dichiarano unimpatto significativo dei rincari dei prezzi delle materie prime e dell'energia sui costi di produzione, nonostante l'attenuazione registrata dei prezzi sui mercati internazionali. Continua ad essere importante (64%) anche la percentuale di imprese che subisce riduzioni dei margini sempre per effetto dei rincari dei prodotti energetici. È quanto emerge dai dati della 165ª edizione dell'Indagine congiunturale di Federmeccanica sull'Industria Metalmeccanica - Meccatronica italiana. Oltre a questo il rapporto rileva che la produzione metalmeccanica si è ridotta nel 2022 dello 0,4%, rispetto al 2021, nonostante l'incremento dell'1,3% nel quarto trimestre 2022 rispetto al precedente. Mentre nel confronto con l'ultimo trimestre del 2021, c'è stata una variazione del +0,2% dopo il calo dell'1,9% osservato nei tre mesi estivi. L'export è cresciuto del 14,4% rispetto al 2021, mentre l'import del 19,7%, determinando un saldo commerciale attivo di quasi 45 miliardi di euro. Ne parliamo con Federico Visentin, presidente di Federmeccanica.