Iccrea, fiducia nel futuro nonostante il rialzo dei tassi
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Le prospettive per l'economia italiana dovrebbero essere meno fosche. E le riserve di famiglie e imprese sono adeguate per fronteggiare l'attuale rallentamento dell'economia e sostenere il loro livello di indebitamento. È questa l'opinione del Gruppo BCC Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, secondo il quale l'aumento dei tassi di interesse pesa sugli investimenti delle imprese e la domanda ma "come gruppo Iccrea continuiamo ad aumentare i prestiti e pensiamo di continuare a farli crescere anche nel prossimo triennio". Ne parliamo conMauro Pastore, Direttore Generale Gruppo BCC Iccrea.
Stellantis corre in borsa dopo i conti "da record" Stellantis guadagna terreno in controtendenza a Piazza Affari. Prima dell'apertura del mercato la società ha reso noto di aver chiuso il 2022 con risultati «da record»: l'utile netto è salito del 26% a 16,8 miliardi e i ricavi netti sono aumentati del 18% a 179,6 miliardi. L'utile operativo adjusted è salito del 29% a 23,3 miliardi, con un margine del 13%, "grazie al contributo di tutte le aree geografiche di presenza del gruppo, che hanno registrato un margine in crescita". Sempre oggi Stellantis ha annunciato che distribuirà un ammontare record di 2 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo (in Italia premio medio 1.879 euro): "come riconoscimento del loro contributo ai risultati finanziari del 2022 e ai traguardi raggiunti dall'azienda sia a livello globale che locale". Nel commentare i dati Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis ha dichiarato: "Siamo soddisfatti delle nostre vendite di auto Bev (Battery Electric Vehicle) e non abbiamo ancora iniziato l'offensiva negli Usa, che partira' quest'anno con la Ram ProMaster', tuttavia, la crescita delle vendite di auto elettriche 'dipende dagli incentivi: senza incentivi le Bev sono troppo costose per la classe media'. Nel 2022 il gruppo ha registrato un +41% delle vendite di auto Bev. Approfondiamo il tema con Alberto Annichiarico, de il Sole 24 Ore.
Energia, l'Europa ha sostituito quasi del tutto la Russia Riceviamo ancora gas russo, ma a forza di tagli (in parte voluti e in parte subiti) Gazprom è ormai un fornitore residuale, di cui puntiamo a liberarci del tutto: dominava il mercato Ue con una quota che era arrivata a superare il 40%, mentre oggi copre appena il 7,5% delle importazioni, scalzata dai concorrenti norvegesi, nordafricani e soprattutto dal Gnl, che per la maggior parte arriva dagli Stati Uniti. Il divieto di importare carbone russo è in vigore fin dall'agosto 2022, lo stop al greggio cui era più difficile rinunciare è intervenuto il 5 dicembre: oggi da Mosca arrivano non più di 600mila barili al giorno, un quarto di quanto eravamo soliti acquistare in precedenza, ed è previsto che i volumi si azzerino entro il prossimo anno. Per Mosca le cose non si stanno mettendo bene: costruire nuovi ponti energetici che non facciano rimpiangere quello che la univa all'Europa richiede molto tempo e denaro, ammesso che sia possibile. Cina e India possono comprare più petrolio russo, ma lo faranno solo finché hanno convenienza. Quanto al gas l'Asia non potrà mai compensare la perdita dell'Europa senza infrastrutture adeguate: ai russi servono nuovi gasdotti puntati verso est e nuovi impianti per produrre Gnl. Inoltre la Cina paga poco: per il gas inviato con il Power of Siberia (l'unica pipeline già costruita) si stima che Gazprom abbia ricevuto 250-264 $ per mille metri cubi l'anno scorso, ossia poco più di 20 euro/MWh. Ne parliamo conSissi Bellomo, de Il Sole 24 Ore.