Focus economia29/12/2022

Price cap: funzionerà davvero? E quando ne vedremo gli effetti?

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I ministri dell'Unione europea hanno trovato finalmente un primo accordo sul price cap al gas: il prezzo massimo sarà 180 euro a megawattora, contro i 275 euro della proposta iniziale. Il compromesso è giunto dopo un lungo braccio di ferro tra i paesi membri, in un contesto nel quale il forte aumento dei prezzi dell'energia sta pesando sulla stessa competitività dell'economia europea. Ma darà i suoi frutti? Intanto il prezzo del gas continua a calare, per qualcuno non è merito dell'accordo come Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.

Enel annuncia 21 miliardi di cessioni. Energia rinnovabile al 75%
Enel si prepara a uscire da 5 mercati esteri (Romania, Perù, Argentina) con un piano di dismissioni da 21 miliardi da realizzare entro il 2023. L'obiettivo è focalizzarsi su Paesi 'core'", quindi Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia. Il piano industriale al 2025 prevede che le cessioni abbiano l'effetto di ridurre l'indebitamento netto di circa 20 miliardi rispetto ai 69 miliardi raggiunti a fine settembre 2022, con una contrazione che il prossimo anno sarà complessivamente di 12 miliardi per attestarsi a circa 52 miliardi nel 2023 (con una previsione di chiudere il 2022 tra 58 e 62 miliardi). L'obiettivo di Enel è continuare a investire, tra digitalizzazioni delle reti e accelerazione verso le rinnovabili, nonché dare soddisfazione ai soci tramite dividendo in aumento, in primis al Governo socio di controllo con oltre il 30% delle quote. La società vuole sfruttare il momento "caldo" del mercato del gas per uscire completamente dal settore. mentre l'uscita dal carbone era già prevista al 2025. Il tutto portando la generazione da fonti rinnovabili a circa il 75% del totale. Approfondiamo il tema con Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.

A2a rivede il Piano strategico, 16 miliardi sull'Italia
A2a rivede il 'Piano Stratregico 2021-2030', riportando gli investimenti a 16 miliardi di euro, dopo averli alzati a 18 lo scorso gennaio, per concentrarsi esclusivamente sull'Italia. È il messaggio lanciato al mercato dall'amministratore delegato Renato Mazzoncini, che ha ribadito l'obiettivo di "tenere in Italia" tutte le risorse disponibili per sostenere "l'autonomia energetica del Paese". "Il 2022 - spiega Mazzoncini - è stato caratterizzato da un quadro gepolitico ed economico complesso e da uno scenario energetico volatile". Così, alla luce di questo contesto che non migliorerà in modo stabile prima del 2026, il cda ha deciso di "adeguare il piano per continuare a garantire la solidità del gruppo e affrontare le nuove sfide" del Paese. "Gli investimenti sono stati aggiornati - aggiunge - privilegiando la crescita organica nel mercato domestico e confermando l'economia circolare e la transizione energetica come pilastri della strategia di A2a". Ne parliamo proprio con Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A.

Consumo di beni durevoli: -2% rispetto al 2021. Si spende principalmente per la casa.
Sono stati presentati la scorsa settimana i dati dell'Osservatorio Findomestic 2022, dedicato al mercato dei beni durevoli, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Prometeia. La spesa delle famiglie in beni durevoli a fine anno toccherà quota 69,1 miliardi di euro con una contrazione del 2% rispetto al 2021, attribuibile ad una riduzione dei volumi (-7.6%) solo parzialmente compensata dalla crescita dei prezzi (+6.1%). Gli acquisti per la casa (+2,6%) tengono a galla il mercato dei beni durevoli compensando, almeno in parte, il crollo del settore motori (-6,2%). Risultano in calo, invece, gli altri capitoli di spesa: -3,4% le auto usate, -7,2% l'information technology, -10,6% le auto nuove (domanda dei privati) e -12,2% per Tv/Hi-Fi. Approfondiamo il tema con Claudio Bardazzi - Responsabile dell Osservatorio Findomestic.

Inflazione a novembre stabile a +11,8%, scende nell'Eurozona
Nessuna frenata, solo uno stop alla corsa del dato annuo. Nelle stime preliminari Istat l indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell'11,8% su base annua (come nel mese precedente). Su base mensile si tratta così del settimo aumento consecutivo e nel confronto annuo non vi è alcun arretramento, per un dato (11,8%) che in Italia non si vedeva dal lontano 1984. "L'inflazione acquisita per il 2022 - scrive l'Istat - è pari a +8,1% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo". Di contro, sempre l'istituto di ricerca, conferma le stime di ottobre per quanto riguarda il prodotto interno lordo: nel terzo trimestre del 2022 l'economia italiana è cresciuta dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, con una crescita acquisita per l'intero 2022 pari al 3,9%. Secondo Istat 'tirano' consumi e turismo, giù l'industria. D'accordo l'Ufficio Studi di Confcommercio, secondo il quale, in questa fase, il turismo è una "diga contro la recessione. Ne parliamo proprio il direttore dell'Ufficio studi Confcommercio, Mariano Bella.

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