Oltre Sanremo vince la generazione Z. La cultura come un farmaco: detrazione fiscale per costruire cittadini?
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Lazza, Mr.Rain e terzo Marco Mengoni. A due settimane da Sanremo la classifica delle vendite ribalta il podio. Ma due dati si confermano: partecipare al festival torna ad essere un affare, sia per gli artisti che per il mercato discografico, e chi vende è sempre più giovane. È la generazione Z con i suoi gusti e il suo mondo a trascinare la musica. Personaggi ignoti ai "grandi" non fanno più la fila ma quando arrivano sul palco dell'Arisotn semplicemente si svelano, loro e un pubblico che hanno già conquistato in streaming. Ma se la musica, live e non, incrocia le dita per questo 2023, ci sono settori della cultura che vedono meno il sorriso. L'Osservatorio Consumi sui consumi culturali degli Italiani di Impresa Cultura Italia-Confcommercio fotografa un sistema in chiaroscuro, in cui aumentano i consumi ma diminuiscono i "consumatori" di cultura. E sono le sale del cinema le vere malate. Il rilancio passa da esperienza e nuove generazioni. E ben lo hanno capito musei e mostre che si sono ripensati guardando anche loro alla generazione Z e alle istallazioni che strizzano l'occhio ai social. Una via ormai senza ritorno, un cambio generazionale già nei fatti: ma verso quale strada? "La cultura? Basta incentivi a pioggia, serve la detrazione fiscale come per i farmaci - dice Carlo Fontana Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio - dobbiamo costruire cittadini e consumatori culturali consapevoli". Se è davvero la miniera d'oro italiana, vale crederci?