Le nuove posterie dell'auto elettrica. Le stazioni di servizio alla prova della transizione
E se tornassero le antiche posterie? Dove da cambiare fossero non i cavalli ma le batterie delle auto elettriche? ...
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E se tornassero le antiche posterie? Dove da cambiare fossero non i cavalli ma le batterie delle auto elettriche? È uno degli scenari (già in sperimentazione in Cina dalla Nio, pronta ora ad invadere anche l'Europa) che vanno a braccetto con la rivoluzione verde dell'auto. Perché da immaginare e costruire c'è in parallelo anche una rete dei rifornimenti. Non basta mettersi al volante di un'auto elettrica per andare da Milano a Reggio Calabria: bisogna avere l'energia per arrivarci. In autostrada e lungo le superstrade, come nelle città, tutto è da ripensare. Tra i tanti dossier arrivati da Bruxelles (dai carburanti alle rinnovabili) c'è non a caso anche la prima bozza di accordo sulla rete di approvvigionamento: stazioni di ricarica ogni 60 chilometri entro il 2026 almeno sui principali assi stradali, impianti di distribuzione dell'idrogeno ogni 200 chilometri entro il 2031. Una rete che regga all'impatto non di poche migliaia come oggi ma quando saranno milioni le auto elettriche in circolazione nel Continente. Un obbiettivo non da poco. Ad oggi lungo i quasi 7mila km di rete autostradale i punti di ricarica veloce sono solo 58, per lo più al nord e nessuna lungo gli assi turistici marittimi. E veloci si fa per dire. Perché prima di ripartire ci vogliono almeno venti minuti. Che fare? Un panino e un caffè non bastano. Figuriamoci, poi, nei tempi frenetici della vita cittadina. Ecco perché a cambiare sono, e saranno, le stazioni di servizio che da quando l'Italia ha abbandonato cavalli e carrozze costellano i paesaggi di città e autostrade, tanto da diventare celebri nell'immaginario come nel cinema. E in mezz'ora di ricarica altro che mogli da scordare all'autogrill. Ora si sperimentano quelle green con tanto di eliporto per i droni, quelle con gli spazi di co-working, quelle coi servizi lavanderia. E c'è chi, invece, pensa di portare la ricarica direttamente a casa, con un pieno ordinato online e pronto all'uso grazie a furgoni da storage come l'italianissima e-gap che ha già conquistato Germania, Spagna e Francia. Oppure, appunto, c'è chi pensa a posterie per le batterie da sostituire anziché ricaricare. Una soluzione tecnologicamente possibile, ma che significherebbe raggiungere un accordo - ad oggi complicato - sulla batteria unica. O, almeno, con larghe alleanze. Tesla ci aveva già pensato. Ora l'idea torna a fare capolino, vista la concorrenza cinese che avanza. Un fatto è certo, insieme al cambio dell'auto cambieranno paesaggi, abitudini e modi di intendere il viaggiare. Come? Noi Facciamo i conti... Con: Alessandro Lago, Daniela Pitton, Luca Fontanelli