Zamagni: la prudenza non è solo paura di sbagliare, ma è anche la capacità dell'imprenditore di decidere e guardare lontano
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Fino al 1500 la prudenza è sempre stata una virtù dominante. Tutto cambia quando Machiavelli derubrica la prudenza da virtù a strumento per la gestione del potere Da allora in economia il prudente è il timoroso, quello che non prende decisioni per paura di sbagliare, mentre in politica è quello che guarda alle prossime elezioni e non alle generazioni future – spiega Stefano Zamagni, autore del libro "Prudenza" (Il Mulino, 128 p., € 12,00). Nell'ultimo quarto di secolo, però, si è risvegliato l'interesse per questa virtù e si è cominciato a capire la differenza tra un problema di scelta e un problema di decisione. Scegliere spesso significa selezionare l'opzione migliore tra quelle già note, sulla base di una certa regola. E' quello che fa il manager, mentre oggi noi abbiamo bisogno soprattutto di imprenditori, che sono quelli che invece hanno la capacità di decidere. Le innovazioni di rottura le può fare solo l'imprenditore, perché il manager non vuole accollarsi il rischio di sbagliare – conclude Zamagni .