Il cacciatore di libri20/03/2021

"Splendi come vita" di Maria Grazia Calandrone e "Quel luogo a me proibito" di Elisa Ruotolo

1965: una bambina di pochi mesi viene abbandonata su un prato a Villa Borghese...

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1965: una bambina di pochi mesi viene abbandonata su un prato a Villa Borghese, a Roma. Poco dopo la madre si suicida. La notizia finisce su tutti i giornali e la piccola viene adottata da una coppia. Quando la bimba ha 4 anni, la mamma le svela che è stata adottata. Una notizia che deflagra non tanto nella mente della piccola, ma inaspettatamente in quella della madre che realizza una mancanza, pensa, come madre, di essere un falso. Da quel momento in poi diventa sferzante con la figlia, vittima del disamore. Questa è la storia vera della poetessa Maria Grazia Calandrone che ha deciso di raccontarla nel romanzo "Splendi come vita" (Ponte alle Grazie). Un romanzo potente e doloroso che parte da una storia intima e personale, ma diventa universale.

Nella seconda parte parliamo di "Quel luogo a me proibito" di Elisa Ruotolo (Feltrinelli). La protagonista è una donna cresciuta in un contesto sociale e culturale soffocante. Un contesto in cui viene evidenziato il concetto di vergogna e lei si sente schiacciata e invisibile. La madre è "prigioniera della morale" e "capolavoro di obbedienza" e anche la protagonista cresce con queste regole. Ma, a 42 anni, l'incontro con un uomo mette in dubbio il suo modo di stare al mondo. Si crea una profonda spaccatura fra il modo di pensare e vivere appreso in famiglia, e la vitalità che sente emergere dentro di sè.

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