Javier Cercas, è uno dei più grandi scrittori spagnoli viventi che con i suoi libri ha fornito un'analisi sul contemporaneo, guardando al passato. Inizialmente Cercas è stato autore di pura fiction, poi la svolta con "Soldati di Salamina" (Guanda, 2002) nel quale ha raccontato una vicenda ambientata negli ultimi mesi della guerra civile in Spagna. Da questo libro in poi Cercas ha fatto entrare prepotentemente nella sua narrazione la memoria, la politica e la realtà. Cercas scrittore è diventato Javier personaggio tanto che per lui si parla di autofiction come si fa per Emmanuel Carrère. Sono arrivati libri come "Anatomia di un istante" che racconta il tentativo di colpo di Stato del 23 febbraio 1981 in Spagna, quando un gruppo di militari entrò sparando nel Parlamento. Solo tre parlamentari rifiutarono di mettersi a terra ed è questo l'istante, l'immagine che fece il giro del mondo, istante sul quale Cercas si interroga. Perché quei tre uomini decisero di rischiare la vita per la democrazia? Seguono altri romanzi senza finzione come "L'impostore" (2015) e "Il sovrano delle ombre" (2017). Abbiamo incontrato Javier Cercas e abbiamo parlato con lui di letteratura, politica memoria. Partendo dal perché c'è stato questo suo passaggio dai romanzi di fiction ai romanzi che sono un mix di realtà, cronaca, politica e un po' di immaginazione.