Il cacciatore di libri02/09/2022

"Finchè il caffè è caldo" di Toshikazu Kawaguchi e "Sarò breve" di Francesco Muzzopappa

Ci sono libri che che hanno successo a distanza di anni dalla pubblicazione oppure godono di un'onda lunga...

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Ci sono libri che che hanno successo a distanza di anni dalla pubblicazione oppure godono di un'onda lunga: è quello che sta accadendo al romanzo "Finché il caffè è caldo" del giapponese Toshikazu Kawaguchi. In Italia è stato pubblicato nel 2020 da Garzanti (traduz. Claudia Marseguerra). Nel frattempo sono arrivati in libreria due sequel, eppure è sempre il primo volume a fare capolino periodicamente nelle classifiche. Kawaguchi ha immaginato una caffetteria magica in cui si entra, ci si siede ad un determinato tavolino e nel tempo che si impiega a sorseggiare una tazza di caffè si fa un viaggio nel tempo e si può risalire a un momento della vita in cui si è fatta una scelta sbagliata. Non si può cambiare il passato, ma comunque da questa esperienza si esce confortati.

Nella seconda parte parliamo di "Sarò breve" (Fazi) di Francesco Muzzopappa, autore di romanzi ironici come "Una posizione scomoda", "Affari di famiglia", "Dente per dente" e "Heidi". Stavolta Muzzopappa bilancia ironia e tenerezza, perché il protagonista è un uomo anziano, Ennio Rovere, imprenditore, che fa testamento prima di morire. Quello che il lettore legge è esattamente il suo testamento, in cui ricostruisce le relazioni più importanti della sua vita: dalla ex moglie a quella attuale, dai figli alla sua segretaria, dal cognato all'autista che nasconde in auto i romanzi rosa. Il testamento diventa così l'occasione per lasciare un'eredità materiale, ma soprattutto un'eredità morale, perché vuole rimettere a posto i rapporti familiari.

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