Umberto Eco. Il saluto del nipote: grazie per le parole crociate che abbiamo fatto insieme
Una cerimonia sobria, l'omaggio delle istituzioni ma soprattutto il ricordo degli amici e della famiglia...
di Marta Cagnola
Una cerimonia sobria, l'omaggio delle istituzioni ma soprattutto il ricordo degli amici e della famiglia. E un migliaio di persone nel cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco di Milano per salutare Umberto Eco.
La corona di fiori della Presidenza della Repubblica, quella della Presidenza del Consiglio e anche della Repubblica Francese. E il ricordo del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e dei ministri Stefania Giannini e Dario Franceschini. Tanti gli scrittori e i personaggi della cultura. C'era Roberto Benigni che non ha preso pubblicamente la parola ma ha fatto sentire la sua presenza, c'era Elisabetta Sgarbi, che con lui aveva appena fondato la casa editrice La nave di Teseo come "atto di libertà per rimanere fedele a se stesso". Commozione per il nipote Emanuele che, serio e orgoglioso, ha ringraziato il nonno per le storie, i viaggi, le parole crociate fatte insieme. E gli amici e i loro ricordi: Gianni Coscia, Gianni Vattimo, Moni Ovadia.