Europa Europa18/05/2018

SANZIONI ALLA RUSSIA. Le intemperanze italiane e i dubbi nella UE

Via le sanzioni alla Russia dice uno dei punti del contratto del nascente governo gialloverde ...

  • di Laura Bettini

Via le sanzioni alla Russia dice uno dei punti del contratto del nascente governo gialloverde. E Mosca non ha nascosto il suo gradimento anche se è chiaro che il colpo di spugna non dipende esclusivamente dall'Italia.

Il nostro Paese però può mandare in crisi il meccanismo di rinnovo delle sanzioni che si protraggono dal 2014 anno della crisi ucraina, dell'annessione della Crimea alla Russia e dell'esplosione del conflitto nel Donbass.

Le sanzioni avrebbero dovuto accelerare l'attuazione degli accordi di Minsk in cui russi e ucraini avrebbero dovuto compiere diversi passi per la pace, ma non hanno sortito i risultati sperati e l'ostilità contro questo strumento monta da tempo non solo in Italia. Se ne parla in Germania e Francia, tra gli altri. E se parla ancor di più da quando gli Stati Uniti hanno cominciato ad avere meno riguardi per l'UE. Prima coi dazi, poi con l'uscita dall'accordo sul nucleare iraniano.

All'origine del malcontento c'è ovunque senz'altro una questione economica (l'Italia ha risentito molto di sanzioni e contromisure) ma anche un approccio diverso per la risoluzione dei conflitti.

Se ne è parlato a Milano nel convegno "Italia Russia, oltre le sanzioni per una nuova collaborazione". Ma come si fa a tornare indietro senza che la crisi in Ucraina sia stata risolta? Lo abbiamo chiesto all'eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu, tra i promotori dell'incontro.

Nord e sud Europa hanno atteggiamenti diversi rispetto alle relazioni da intrattenere con la Russia: i motivi sono certamente storici ma anche forse "culturali", dice Andrejs Mamikins, eurodeputato socialista lettone. In Italia c'è più propensione al dialogo.

Con le sanzioni il Parlamento europeo ha perso i suoi interlocutori istituzionali. E senza dialogo blocco est e blocco ovest si stanno costruendo narrazioni infondate della realtà. Una situazione pericolosa, sottolinea Yana Toom, eurodeputata liberale estone.

Molto meglio parlare con la Russia che della Russia, dice Vladislav Maslennikov, vice direttore del dipartimento per la cooperazione con l'Ue del ministero degli affari esteri russo.

Fin qui la filosofia. Poi c'è la pratica che è ancora quella delle sanzioni.
Dopo le ultime imposte dalla Casa Bianca, Mosca ha deciso di non rispondere con contromisure di settore, come fu ai tempi dell'ortofrutta europeo, ma con una legge che prevede "l'introduzione della responsabilità penale per chi si uniforma alle sanzioni degli stati stranieri sul territorio russo". Armando Ambrosio, avvocato dello studio legale De Berti-Jacchia.

Non è come "bombardare Voronezh" (come disse Viktor Kladov, dirigente del conglomerato Rostech intendendo un autogol) ma quasi. Almeno secondo Giuseppe Scognamiglio, direttore responsabile della rivista Eastwest e membro - tra gli altri - del Management Board di UniCredit.

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