Quel 3 febbraio a Macerata, il neonazista Luca Traini aveva organizzato con la massima cura ...
di Daniele Biacchessi
03/10/2018
L'analisi di Daniele Biacchessi
Quel 3 febbraio a Macerata, il neonazista Luca Traini aveva organizzato con la massima cura un raid a sfondo razzista per vendicare la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa e fatta e pezzi. Così si è armato e ha sparato contro sei persone, tutti immigrati, ferendoli. Non ha compiuto questo gesto perché non era in grado di intendere o volere, nemmeno per il suo atteggiamento diciamo borderline. Ha colpito persone innocenti scientemente. Ecco perché la procura oggi ha chiesto per lui 12 anni di detenzione nel processo che si tiene a Macerata. I magistrati si avvalgono della perizia di Massimo Picozzi secondo cui l'azione di Traini fu "un gesto organizzato compiuto da una persona capace di intendere e di volere, legato ad uno stato emotivo e passionale". Oggi Traini ha utilizzato in aula toni diversi da quelli adottati nei giorni successivi all'arresto. "Scusate ho sbagliato", ha detto traini. In giornata è prevista la sentenza.