Reportage08/09/2022

PNRR e i 6 pilastri

A cura di Anna Marino e di Gigi Donelli

1) Pnrr: Parole d'ordine innovazione e digitalizzazione, per competitività, cultura e turismo
La macchina della transizione digitale si sta muovendo a ritmo incalzante nonostante la situazione economica difficile tra coda della pandemia e guerra in Ucraina, avanti con la prima missione, "Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura", che stanzia complessivamente 49,1 miliardi di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo complementare. Previsti 1 obiettivo e 13 traguardi da portare a termine, con l'obiettivo di promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l'innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l'Italia, turismo e cultura. Investimenti già visibili come il super bonus 2002 per il turismo e i fondi per siti culturali sostenibili. E un obiettivo, quello dell'innovazione, che l'Europa persegue da sempre e che continuerà ad appoggiare con strumenti e fondi, tra cui bisogna orientarsi grazie a una guida anche in Italia: si tratta di APRE (Agenzia Per la Ricerca Europea) il cui direttore Marco Falzetti esperto di innovazione e Europa ci spiega come rivolgersi a questo punto di contatto nazionale del programma Horizon Europe, che si lega sia all'European Innovation Council, sia l'EIT, European Institute of Innovation and Technology, creato nel 2008 parte integrante di Horizon 2020. Prende il via intanto a marzo il Piano voucher per le imprese che punta a favorire la connettività a internet ultraveloce e la digitalizzazione del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale, rientra nell'ambito della Strategia italiana per la banda ultralarga ed è anche tra le priorità indicate nel PNRR, basta cliccare sul sito bandaultralarga.italia.it. E con l'ex ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, docente di Gestione dell'Innovazione all'Università degli Studi di Torino, evidenziamo anche la continuità dei progetti pubblici di innovazione in Italia sul fronte Pa e gli step futuri. Ma sia nel pubblico sia nel privato, per gestire i fondi del Pnrr e i progetti che saranno la messa a terra per imprese, cultura e turismo, il fattore chiave è la formazione, perchè giovani e professionisti ad hoc saranno fondamentali e questo spiega perchè è nato liceo per la transizione ecologica e digitale: il corso di studi che include tutta Italia e guarda al Pnrr, si chiama Liceo T. R.E.D. Abbiamo chiesto come funziona al Prof. Antonio Capone che ne coordina tutta la didattica, docente di Telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano, dove è Preside della Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione. L'iniziativa al via dall'anno scolastico 2022-2023 coinvolge 27 scuole superiori in tutta Italia, quattro università (Bocconi, Politecnico di Milano, Università di Roma Tor Vergata e l'Università degli Studi di Padova ) e le aziende del Consorzio Elis (basta cliccare sul sito di elis e cercare il Liceo Tred ) ente non profit che forma e avvia al lavoro ogni anno 2.500 giovani e che raccoglie intorno a sé un consorzio di oltre 100 tra grandi gruppi, aziende e università.
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2) La rivoluzione verde oltre l'orizzonte del Pnrr
Per realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell'economia italiane ci sono come premessa e base di partenza i fondi europei che da Next Generation Ue hanno portato al Pnrr. Ma le sfide sono sempre piu alte, tra crisi emergetica anche per la guerra in Ucraina , rincari, scarsità delle materie prime, logistica difficile, speculazioni finanziarie. La transizione ecologica dovrà quindi consolidare nel tempo i progetti a lungo termine pubblici e di tutte le filiere che vivono una nuova crisi post pandemia. Sul piatto ci sono 14 traguardi e tot 68,6 miliardi di cui 59,4 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,1 miliardi dal Fondo complementare." Ma ci spiega come si è già fatto molto nel tempo in Europa e come si dovrà fare ora tenendo conto della crisi economica e internazionale per prepararsi alla transizione ecologica anche sul fronte alimentare Paolo De Castro coordinatore del Gruppo S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Ma, sottolinea Maurizio Marchesini vice presidente di Confindustria con delega alle filiere e alle medie imprese, che con i rincari dell'energia e le difficoltà internazionali dovrà fare i conti tutto il tessuto industriale italiano per mettere a terra la transizione ecologica. Un esempio per tutti è una sfida e una scommessa con la filiera dell'idrogeno che però necessita tempo e investimenti. L'AD di Drillmec Simone Trevisani azienda italiana attiva nell'Oil&Gas che si prepara a presentare al mercato il primo convertitore pirolitico di dimensioni contenute su brevetto italiano, nel solco di una filiera dell'Idrogeno ultra-clean e a basso costo a inizio 2023.
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3) Mobilità sostenibile e clima, con il Pnrr ultima fermata
Autovetture, furgoni, camion e autobus producono oltre il 70 % delle emissioni di gas a effetto serra generate dai trasporti. La quota restante proviene principalmente dal trasporto marittimo e aereo. Per realizzare un sistema infrastrutturale di mobilità moderno, digitalizzato e sostenibile dal punto di vista ambientale, non bisogna perdere di vista l'obiettivo: i trasporti hanno un ruolo chiave per questa svolta e per contrastare l'inquinamento e il cambiamento climatico. Ma tra crisi energetica e internazionale, rincari, scarsità delle materie prime, logistica difficile, speculazioni finanziarie, rischiamo di dimenticarlo o metterlo in secondo piano la soluzione non è tornare indietro ma guardare avanti alla decarbonizzazione e alle energie rinnovabili, con un mix equilibrato tra fonti di energia. e i fondi europei ci sono, previsti nel PNRR 14 traguardi e un totale di 31,4 miliardi di cui 25,4 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,06 miliardi dal Fondo complementare. Per capire a fondo l'importanza della mobilità sostenibile per il clima proprio in occasione della Giornata Mondiale della Terra ad aprile è uscito il report Copernicus secondo cui l'Estate 2021 è stata la più calda di sempre in Europa, questo deve fare ripensare all'impatto del cambiamento climatico su tutti i settori compresi i trasporti secondo Carlo Buontempo, Director di Copernicus Climate Change Service, servizio implementato dal Centro Europeo per le previsioni a medio termine per conto della Commissione europea. Anche il trasporto aereo si sta attrezzando per usufruire dei fondi del PNRR per la sostenibilità, come spiega Sergio Colella, Presidente Europa di SITA società tecnologica esperta in servizi aeroportuali e aviation. E sul fronte del trasporto ferroviario, le stazioni rappresenteranno il cuore delle smart city del futuro e hub della mobilità sostenibile. Per esempio grazie a progetti come il piano per il Sud, con focus sul PNRR, prevede un investimento di 700 milioni entro il 2026 per riqualificare e rilanciare 54 scali, di cui 9 hub intermodali e 45 stazioni. Ci spiega in che cosa consiste il piano stazioni portato avanti dal Gruppo FS, attraverso RFI, in tutta Italia e con focus sulle stazioni del sud Sara Venturoni, responsabile Direzione Stazioni di Rete Ferroviaria Italiana.
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4) Istruzione&Ricerca, quarta missione. Colonna portante del Pnrr
Un pilastro centrale, una colonna portante nell'architettura del Pnrr quello dedicato all'Istruzione e alla Ricerca, perché parte dalle ragioni fondanti del Next Generation Eu e del Recovery fund. E cioè le generazioni future e il focus sulle questioni strutturali più importanti per il rilancio della crescita, ossia la produttività, l'inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali. Per la quarta missione istruzione e ricerca l'obiettivo è raggiungere 8 traguardi per un totale di 31,9 miliardi di euro di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo complementare. E sono fondi da non lasciarsi sfuggire perché un punto di svolta per tutta la società della conoscenza futura, per la science economy, oltre che per la sostenibilità. Ma è necessario andare oltre. E' vero che c'è più attenzione e più impegno nell'azione di imprese e organizzazioni per combattere il Climate Change, ma molto deve essere ancora fatto e dipende proprio dalla ricerca di nuovi materiali e nuove soluzioni tecnologiche, anche se tante ci sono già e sono pronte all'uso da subito, basta investire per utilizzarle al più presto in tutti i settori per dimezzare le emissioni entro il 2030. E bisogna investire ancora nella ricerca grazie anche ai fondi del PNRR come spiega Massimo Tavoni, direttore dell'European Institute on Economics and the Environment (EIEE), il primo Centro europeo sull'economia e l'ambiente, professore ordinario di economia del clima alla School of Management del Politecnico di Milano. Sul fronte PNRR e centri di ricerca nazionali, andiamo quindi a vedere come è cresciuto, più che decuplicato, negli anni un esempio di eccellenza che abbiamo già conosciuto e monitorato pre pandemia: lo Human Technopole, nato nel 2019 a Milano nell'ex area Expo. Un presidio di science economy, già una realtà in gran parte del mondo ma per l'Italia si registra ancora un gap serio di brevetti come sottolinea l'economista Marco Simoni, presidente della Fondazione Human Technopole, che ha dimostrato come investendo in ricerca i ritorni moltiplicano gli investimenti. E la ricerca ha bisogno di luoghi costruiti perchè fiorisca la science economy. Ne è un esempio appunto MIND Milano Innovation District, il distretto dell'innovazione di cui lo Human Technopole è parte. Un distretto che punta alla decarbonizzazione come ci spiega Stefano Minini, Project director Mind di Lendlease che ha pensato e sviluppato MIND.
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5) Fondi Europei alla prova della parità di genere
Dal recovery Plan al piano nazionale di ripresa e Resilienza si è fatto un tratto di strada sulla parità di genere, ma ne resta ancora da fare soprattutto dopo la pandemia che si è abbattuta più sul lavoro delle donne che su quello degli uomini, dati alla mano. Nel piano per il 5 pilastro INCLUSIONE E COESIONE sono da raggiungere 4 traguardi e tot 22,5 miliardi di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,7 miliardi dal Fondo complementare. Si tratta di un pilastro che riveste un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Ma quanto è già stato utilizzato della quota del Pnrr per le donne in Italia, per quanti progetti finora, quanti fondi ancora restano da spendere e quanti bandi o incentivi sono da intercettare? E soprattutto con quali soluzioni e principi alla base anche a livello europeo? Gli obiettivi dei fondi europei sono la tutela della donna, a 360 gradi, ma anche della diversity e dell'inclusione sociale. Obiettivi che l'Unione Europea persegue da sempre ora fino alle cariche di rappresentanza europee. Ne pariamo con Laura Ambrosino, Responsabile media & comunicazione presso la Rappresentanza a Milano della Commissione europea esperta di parità di genere. E per fare il punto sull'impatto del PNRR sulla parità di genere. In rappresentanza di tutte le donne protagoniste di un'Italia coraggiosa digitale e inclusiva, l'Associazione DONNE 4.0 ha presentato l'avanzamento del suo Osservatorio sul PNRR lanciato a novembre 2021 che ha come obiettivo principale quello di verificare costantemente l'attenzione al tema del gender gap nell'implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso parametri chiari e KPI definiti. Ce ne parla Darya Majidi, iraniana di nascita e livornese di adozione, Presidente dell Associazione Donne 4.0 che ha avviato l'Osservatorio sull'impatto di genere digitale del PNRR. Una delle leve del PNRR è quella di fornire la possibilità e fondi alle donne per autoimpiegarsi, di mettersi in proprio, ma anche qui bisogna avere guide e consigli utili, da donna a donna Alessandra Lomonaco, esperta di finanza agevolata e consulenza strategica per startup, che ci fa il punto sulle scadenze imminenti o meno di bandi e incentivi e sulle competenze che deve avere una donna imprenditrice per poter utilizzare al meglio i fondi per l''imprenditoria femminile.
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6) Sanità pubblica Europea. La lezione del Covid
Dopo la "lezione" del Covid 19, si discute sempre di più sulla priorità assoluta da attribuire alla sanità digitale europea e sul corridoio preferenziale per gli investimenti nel settore sanitario. E si scommette sui fondi del PNRR che per questa missione pilastro prevede 6 traguardi e 18 miliardi di investimenti. Ci sono ancora molti passi da compiere e opportunità ancora da cogliere, come i fondi europei per ridisegnare la sanità italiana nel post Covid. Nello scenario di ricerca e innovazione europeo con focus sul settore sanitario ci sono azioni già in corso per orientare verso un quadro comune sanitario europeo, e azioni comuni come è stato per i vaccini, come spiega Massimo Gaudina Rappresentante commissione Ue Milano. Le aziende farmaceutiche si sono fatte trovare già pronte ed è necessario cogliere l'opportunità del PNRR per nuove progettualità strategiche nella digitalizzazione della sanità italiana come sottolinea il presidente di Farmindustria Marcello Cattani . Ma c'è chi ha già iniziato da tempo l'esperienza di una impresa nel settore della sanità digitale, e può sottolineare quali sono i vantaggi e quali ancora gli step da fare in Italia. Per tenere la sanità al passo con le innovazioni digitali, Vree Health con sede a Roma fornisce a strutture sanitarie, aziende ospedaliere e assicurazioni prodotti e soluzioni certificati di Digital Health per la gestione della salute: da servizi di monitoraggio e telemedicina alla continuità terapeutica e presa in carico della cronicità, Gianluca Gala amministratore delegato di Vree Health spiega ruolo della digital health nel panorama della sanità italiana.
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7) Il PNRR degli altri. Paesi diversi, un obiettivo comune
Lontani, ma legati dal PNRR: la Spagna, capace di usare bene i fondi strutturali e gli investimenti europei, la Danimarca dall'altra, paese ricco e modello di efficienza amministrativa. Oltre i singoli PNRR, ci sono i fondi europei di coesione, strumenti finanziari della politica regionale dell'Unione europea il cui scopo è quello di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale riducendo il divario fra le regioni dell'Unione. Ma i paesi più ricchi sono capaci di rafforzare la politica della solidarietà invocata dalla Commissione a guida Von der Leyen? Ne parliamo con Massimo Gaudina rappresentante della Commissione Europea in Italia. Per la Spagna, seconda soltanto all'Italia nella destinazione dei fondi, sono previsti 69,5 miliardi. Di questi, circa il 40% è finalizzato alla transizione verde, mentre oltre il 29% a quella digitale. Eppure in tanti non ne sanno nulla. Alla Danimarca invece "bastano" 1,5 miliardi per il PNRR approvato tra gli ultimi: Copenaghen si concentra prevalentemente sull'accelerazione del processo delle twin transitions: transizione energetica (59% delle risorse disponibili) e transizione digitale (25% dei fondi). Ne è un esempio il termovalorizzatore di Copenagen, Copenhill, che rigenera tutta la spazzatura della città e ospita sul tetto vari eventi pubblici e persino una pista da sci.
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8) Dublino-Europa: viaggio nell'Irlanda che corre - di Anna Marino
Una economia in corsa verso il futuro quella dell'Irlanda europea che continua a macinare strada, e va avanti ben oltre i call center. A Dublino il Pnrr guarda soprattutto al domani. È stato approvato il 16 luglio e si basa su quasi un miliardo in sovvenzioni a titolo del RRF (Recovery and Resilience Facility). Ci sono alcuni settori in cui l'Irlanda è già un terreno ed ecosistema fertile dove far crescere rapidamente nuove PMI e startup. Ad alimentare questo successo è il sistema della cosiddetta tripla elica: imprese, università e istituzioni governative come l'Enterprise Ireland l'agenzia governativa per lo sviluppo, 1° Venture Capital d'Europa che collaborano insieme con lo stesso obiettivo. Da considerare in ogni settore la rapidità di crescita delle nuove imprese: Agri e Food Tech, Smart Mobility, Salute, Cyber Security. E c'è un nutrito numero di italiani che si sono trasferiti in Irlanda per lanciare la loro impresa, investire, oltre che fare ricerca in Università. Prospettiva per gli studenti irlandesi e non ma anche per il mondo accademico, che raccoglie professionalità da tutto il mondo per progetti concreti, come nel campo della mobilità sostenibile cui si dedica un docente di origine italiane Francesco Pilla, che insegna Smart Cities & Urban Innovation ed è project leader di Smart Dublin. I settori chiave di espansione per i prossimi anni sono la digitalizzazione e la green economy con l'obiettivo di rendere le imprese irlandesi sempre più sostenibili e innovative. Baricentro in Irlanda e in Europa, Leo Clancy, CEO Enterprise Ireland ci spiega come l'Ente supporta PMI innovative e startup nello sviluppo e globalizzazione. Anche idee italiane, come quella che ci racconta Tom Grizzetti CEO di HT Materials Science, che con il nanofluid termovettore Maxwell™ rende i data center sostenibili, quelli in Europa concentrati soprattutto a Dublino, a rendere i loro sistemi di raffreddamento più efficienti dal punto di vista energetico, riducendo significativamente i costi e le emissioni di carbonio. Nato in Puglia nel 2018, cresciuto al Trinity College di Dublino con Enterprise Ireland, ora è globale e vicino a Lecce è sorto un nuovo stabilimento produttivo. Inoltre l'Irlanda è in prima linea per trovare soluzioni alla crisi energetica,a che grazie al vento dell'Oceano. Quest'anno è nato il Gael Offshore Network con 65 aziende e startup irlandesi specializzate già impegnate con soluzioni innovative nei maggiori parchi eolici del mondo, in particolare nel Regno Unito. Progetti e idee che possono essere condivisi con tutti, come spiega Liam Curran, Gael Offshore Network, Enterprise Ireland's Senior Technologist. Le aziende e startup irlandesi del network sono già impegnate nei maggiori parchi eolici del mondo con soluzioni innovative, come quella che ci spiega Andrea Phillps Chief Compliance Officer, di XOCEAN: un catamarano senza equipaggio, controllato da remoto e alimentato da energia solare, fornisce servizi di raccolta dati per le installazioni eoliche offshore: che ad oggi sono una opportunità concreta di sfruttare un'immensa riserva di energia come il mare.
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9) Dublino, l'economia come leva dolce della riunificazione
Dopo la Brexit, è finita l'epoca della libera circolazione tra Repubblica d'Irlanda e Ulster. Il confine del nord, è diventata una frontiera terrestre dello spazio europeo. Pur accusando l'impatto del cambiamento, l'economia di Belfast è sempre più irlandese e meno britannica. Le imprese nordirlandesi si stanno già adeguando alla nuova realtà. A febbraio gli scambi tra le due Irlande sono raddoppiati rispetto a un anno fa, mentre quelli tra Belfast e la Gran Bretagna sono un terzo rispetto a quelli del 2020. E a Dublino c'è chi inizia a vedere l'economia come una leva dolce per una futura riunificazione dell'isola. Ne parliamo con Leo Clancy, CEO Enterprise Ireland l'agenzia governativa per lo sviluppo, 1° Venture Capital d'Europa il braccio operativo del governo irlandese per innovazione ed imprenditorialità. Sono senza confini infatti molti progetti che riguardano l'intera isola irlandese, come il progetto Nexsys Next Generation Energy Systems, un progetto che non ha barriere nè confini e anzi coinvolge anche l'Irlanda del Nord spiega Andrew Keane Professore presso l'University College Dublin, che lo ha lanciato a maggio del 2022. E anche nei settori più avanzati la contaminazione tra le due Irlande può portare effetti benefici. Come nei due esempi eccellenti nel settore delle start up ad alto potenziale, che ci spiega Jenny Melia, manger High Potential Startup (HPSU) di Enterprise Ireland e nel settore agiritech agiritech avanzato, come per i prodotti lattiero caseario punto di forza di tutta l'Irlanda, grazie alle tecnologie spiega la professoressa Karina Pierce della School of Agriculture and Food Science dell'University College Dublin. Esempi di rilancio per l'economia di tutta l'Isola, e anche per altri paesi europei.§
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