GR10/12/2020

Pablito, eroe di un Paese Mundial

Pablito lo era diventato già quattro anni prima, nel 1978...

  • di Dario Ricci

Pablito lo era diventato già quattro anni prima, nel 1978 ai Mondiali di Argentina, ma è in quell'estate del 1982 che Paolo Rossi diventa mito. Del resto la sua storia era l'emblema di un Paese intero: fisico gracile, ginocchia fragili, ma istinto del gol ineguagliabile; inghiottito suo malgrado dalla scandalo scommesse del 1980, ma atteso da Bearzot come un figlio, oltre il limite dell'umano amore e pazienza, e lui, Pablito, al Vecio che regalo gli fa? Tripletta col Brasile, due gol in semifinale alla Polonia, la rete che apre il 3 a 1 alla Germania Ovest nella finale del Bernabeu, col presidente Pertini che fa festa in tribuna e l'Italia in ogni piazza e strada. E per Rossi capocannoniere pure il Pallone d'Oro.

Un padre, Bearzot, per Paolo, tanto che insieme usciranno di scena in azzurro, nel deludente Mondiale di Messico 86. Se col Vicenza invece era arrivata la prima fama e col Milan gli ultimi gol, è con la Juventus che Rossi vincerà di fatto tutto, ma anche il trofeo più desiderato e amaro, la Coppa Campioni nella tragica notte dell'Heysel. Poi l'attività di commentatore tv, mille interessi, la passione per l'enologia e il vino. Ciao Paolo, campione di tutti in quella magica estate mundial.

Riascolta qui anche lo speciale di Olympia di Dario Ricci "60 anni di Paolo Rossi":


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